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Mio Dolce Domenica parla parole di miele, e dopo tutto, io sono il suo Bee, la sua ape. Quando sto con lui, mi torna alla mente che il dolce non è solo un sapore sulla lingua. Dolce è come può sentirsi il mio animo tutto. Lui mi fa accelerare il polso, e io rimango in quello stato di allerta, anche quando i nostri corpi non sono più fusi in uno. Lui occupa un corpo che è libero di volteggiare nell’azzurro infinito del cielo di questa città, e mi porta con sé quando sogna. Mi riempie i polmoni con i suoi respiri e i suoi sospiri. Io cucino per lui, e lui nutre me. La natura del nostro rapporto è questa.
(pp. 262-263)
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