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01/11/07

per te a cui non basto

erri de luca, variante di canzone

“io te vurria vasà”, sospira la canzone
ma prima e più di questo io ti vorrei bastare,
io te vurria abbastà,
come la gola al canto come il coltello al pane
come la fede al santo io ti vorrei bastare.
E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
In nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei bastare,
io te vurria abbastà.

“io te vurria vasà”, insiste la canzone
ma un po’ meno di questo io ti vorrei mancare
io te vurria mancà,
più del fiato in salita
più di neve a Natale
di benda su ferita
più di farina e sale.

E nessun altro abbraccio potessi tu cercare
In nessun altro odore addormentare,
io ti vorrei mancare
io te vurria mancà.

erri de luca, solo andata. righe che vanno troppo spesso a capo, milano, feltrinelli, 2005

19/09/07

erri de luca, in nome della madre (2006)

“Più del giorno ti stupirà la notte. È un grande grembo stracarico di luci. Nelle sere d’estate qualcuna si stacca e viene vicino, fischiando. In mezzo a loro passa una via bianca, un siero di latte, quando lo vedrai vorrai succhiarlo. Pensa che io sono una di quelle luci e intorno a me c’è un ammasso di altre. Così è la notte, una folla di madri illuminate, che si chiamano stelle: di tutte loro, solo io la tua. A guardarle fanno spalancare gli occhi e allargare il respiro. Ma tu non sai ancora cosa è, il respiro. È questo su e giù del petto che ti dondola.”
(erri de luca, in nome della madre, feltrinelli, milano, 2006, p. 32)

03/09/07

concedetevi un minuto e 15 di beatitudine



Erri De Luca, Valore

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura il pasto,un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello
che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe,
tacere in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere in una stanza dov'è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.

da Erri De Luca, Opera sull'acqua e altre poesie, Torino, Einaudi, 2002.

20/03/07

what's in a name?

ieri ho conosciuto erri de luca. forse “conosciuto” è una parola eccessiva per descrivere quella decina di minuti trascorsi vicino a lui e quelle poche parole scambiateci… da parte mia, quasi soffocate dall’emozione, da parte sua, originatesi da un sorriso colmo di gentilezza che mai mi sarei aspettata in un autore così famoso…
forse siamo abituati alle popstar che fuggono via appena hanno finito lo spettacolo e che temono gli assalti dei fan più di ogni cosa… bè, in molti casi a ragione, direi…
lui, no… si è trattenuto a parlare con tutti, regalava sorrisi meravigliosi e sguardi benevoli di un azzurro indescrivibilmente intenso…
come ha detto un’altra ragazza in fila accanto a me “sembra la fila per il confessionale” e non credo di risultare blasfema dicendo che le sue parole sono fonte di grande conforto, per me, per chi era lì e per chissà quanti altri…
io ricorderò sempre quanto mi battesse il cuore in attesa del mio turno e con quanto nervosismo tormentavo tra le mani la mia copia del romanzo che tra i suoi preferisco…
davanti a lui ero bassissima e sarà per l’altezza o semplicemente per la mia faccia da heidi che mi ha detto “Ciao!”, mentre a tutti aveva detto “Buonasera!”...
mi ha chiesto il mio nome per scrivere la dedica sul libro e io ho ripetuto automaticamente quelle 5 lettere che mi ritrovo appiccicate addosso dalla nascita… quel nome che non mi piace, che non mi è mai piaciuto, la cui banalità è carica di tradizioni inoppugnabili del sud Italia, di una religione imposta e mai sinceramente accettata, di un ideale di femminilità trasfigurata, gravoso ai limiti della mortificazione…
non avevo pensato che era anche il nome della protagonista di quel romanzo che lui aveva scritto e che io gli restituivo in una delle mille copie perché lo rendesse unico…

a …..
nome di questo racconto
Erri De Luca
19 marzo 2007

si chiude così il cerchio di rinvii, in cui rientra il mio nome (che è il nome della mia nonna paterna), la sua origine egiziana-ebraica e la sua traduzione prima greca e poi latina, l’esaltazione cui lo ha sottoposto il culto cattolico, il suo significato di “goccia di mare”, ma anche di “amata da Dio”, ma anche di “padrona, signora”, l’acqua che percepisco come mio elemento naturale, il sud da cui provengo e a cui appartengo, le responsabilità del mio destino, tante, alcune giunte troppo in fretta, come per la protagonista del suo racconto, in cui c’è tutto questo e di più …
...ieri è stata la prima volta in cui ho intravisto qualcosa di bello nel nome che porto…
andando via , gli ho detto “spero che non le passi mai la voglia di scrivere!”, mi ha risposto “no, di certo!”…
…è una promessa, erri!