These are the thoughts that go through my head
In my backyard on a sunday afternoon
When I have the house to myself and Im not
Expending all that energy on fighting with my boyfriend
Is he the one that I will marry?
Why is it so hard to be objective about myself?
Why do I feel cellularly alone?
Am I supposed to live in this crazy city?
Can blindly continued fear induced regurgitated life-denying
Tradition be overcome?
Where does the money go that I send to those in need?
If we have so much why do some people have nothing still?
Why do I feel frantic when I first wake up in the morning?
Why do you say you are spiritual
Yet you treat people like shit?
How can you say youre close to god
And yet you talk behind my back as though I am not
A part of you? why do I say Im fine when its
Obvious Im not? whys it so hard to tell you what I want?
Why cant you just read my mind?
Why do I fear that the quieter I am the less you will listen?
Why do I care whether you like me or not?
Why is it so hard for me to be angry?
Why is it such work to stay conscious and so easy to get stuck
And not the other way around?
Will I ever move back to canada?
Can I be with a lover with whom I am a student and a master?
Why am I encouraged to shut my mouth when it gets too close to home?
Why cannot I live in the moment?
ho sempre adorato questa canzone. sempre vuol dire dagli ultimi giorni del 1999, ma tanto luca ci ha insegnato che “per sempre non esiste”. una volta, appena partita dal cd, mia madre disse “ecco la canzone che heidi mette quando sta inkazzata!”… vero… è una canzone che mi coinvolge tanto da rilassarmi, la canto la maggior parte delle volte piangendo. e serve.
e l’ho risentita l’altro giorno, dopo tantissimo tempo. perché sì, sono inkazzata. perché dopo il vortice della disperazione sono inkazzata. perché sono crollate tutte le grandi e le piccole narrative e l’identità porosa e frammentaria moltiplica all’infinito le tue possibilità, ma prima di addormentarti fa sempre freddo… e non sei ancora diventato un cyborg, anche se ti inquieta l’idea del cellulare a più di un metro dalla tua mano, anche se ti sembra che non abbia senso un mondo senza adsl… e crolla tutto e tutto continua a crollare e i detriti schizzano ovunque e fanno malissimo perché la tua epidermide è ancora umana… e scopri che amici che ritenevi fratelli vivono benissimo senza di te e neanche provano nostalgia… e tu bussi a mille porte e aprono sempre solo quelle sbagliate… e persone che avevi giurato a te stessa che non ti avrebbero fatto più male inventano modi sempre nuovi per farti sentire l’essere più sbagliato mai venuto al mondo… e tutti ti ripetono che la vita è meravigliosa… e non è vero…
e sogno te, immanuel, guardando questo timido sole di primavera.
09/02/08
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